Enrico Castellacci, responsabile dello staff medico della Nazionale italiana, è ormai da tempo un punto fisso del Poliambulatorio Orice di Milazzo. Un nome che è sinonimo di garanzia per l’intera struttura, come ci racconta lo stesso Castellacci tra una visita e l’altra, nel suo ultimo impegnativo week-end a Milazzo. Come mai questa collaborazione? “Io vengo qui volentieri perché conosco la grande professionalità degli amministratori. E’ un centro, quindi, di alto valore e per questo ci collaboro volentieri. Inoltre c’è un calore umano importante che sicuramente non guasta. Io dal canto mio cerco di portare la mia esperienza: la mia chirurgia specialistica è quella sugli atleti, ma il mio ramo è molto eclettico: tra i miei pazienti ci sono sia bambini che anziani”.
A Milazzo solo per lavoro o anche per vacanza? “Sono un amante della Sicilia, quando posso ci vengo volentieri. Conto di poter visitare al più presto Milazzo, cosa che non sono ancora riuscito a fare. Anche perché di fronte ci sono le Eolie e abbinare queste due bellezze naturalistiche non sarebbe affatto male”. A breve partirà per i Mondiali. Tra i convocati ci saranno, molto probabilmente, tanti over 30. Uno sforzo medico in più? “Cesare deve ancora sciogliere qualche dubbio anche se il tempo si avvicina e il più sembra fatto. I vecchietti ci vogliono sempre, sono fondamentali: basti pensare a Buffon, Pirlo, De Rossi. Il mondiale è un un evento altamente stressante sia perché giocato in tempi ristretti sia perché ha un seguito mediatico imponente. Poi in particolare le attenzioni sull’Italia sono sempre maggiori dal momento che è dietro solo al Brasile per numero di Mondiali vinti ed è comunque sempre tra le squadre più forti. Quindi tra giovani e vecchietti, per quanto riguarda il mio punto di vista medico, non ci sono molte differenze”. L’Italia, dopo la morte di Morosini, ha deciso di rendere obbligatorio il defibrillatore su tutti i campi. Una conquista? “Purtroppo nel nostro Paese ci vuole un evento traumatico grave per prendere le giuste decisioni. Adesso Stato e Federazione si sono mosse velocemente per diffondere questo anche tra i dilettanti. Il defibrillatore non salverà migliaia di vite ma anche se ne aiuterà una sola sarà fondamentale. Poi, naturalmente, ci si augura che non debba mai accadere nulla”
Fonte: www.oggimilazzo.it